8 Maggio 2012
LATTE

Il prezzo del latte siciliano è in caduta libera: da 37 a 32 centesimi al litro. Peggiora sempre di più la situazione delle aziende zootecniche costrette a svendere la produzione, al pari del resto d’Italia dove l’industria ha ridotto drasticamente il valore  di acquisto dai produttori.
“Non è possibile che gli imprenditori agricoli che garantiscono il sistema economico di vaste aree della Sicilia, ricevano solo pochi centesimi – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione.
“Il mercato del latte è dominato dall’industria. Dalla francese Lactalis che ritira il 10 per cento di quello italiano, agli stabilimenti locali. Il pagamento del latte alle aziende – aggiungono i vertici dell’organizzazione agricola -  avviene sempre più dilazionato. Contemporaneamente all’abbassamento del prezzo, il costo dei mangimi è aumentato di 2 centesimi al chilo. Occorre trovare un nuovo accordo per garantire i produttori. Il latte è uno degli alimenti determinanti per l’economia agricola regionale che va salvaguardato.
“Bisogna reagire alla forte riduzione dei consumi, registrata  negli ultimi tempi. Bisogna incentivare il consumo di latte fresco 100 per cento siciliano con azioni mirate alla produzione di altissima qualità che garantiscano la chiusura della filiera come quella del “fresco’’. In questo tutte le istituzioni preposte possono avere un ruolo determinante. Inoltre,  – concludono Alessandro  Chiarelli e Giuseppe Campione – è indispensabile incentivare azioni promozionali che esaltino il valore nutrizionale dei trasformati. I formaggi siciliani rappresentano le eccellenze produttive che vanno tutelate”.

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